L’Akebi è un frutto proveniente dall’Akebia (chiamata anche “vite di cioccolato” grazie al profumo dei suoi fiori che un po' lo ricordano) un genere di pianta rampicante ed estremamente invasiva originaria del Giappone, della Corea e della Cina. Gli antichi testi di medicina orientale descrivono questa pianta come un grande alleato per la salute, viste le sue potenti azioni diuretiche, analgesiche, antiossidanti e antinfiammatorie.
Il suo frutto ha bisogno del calore di tutta l’estate per poter maturare ed essere raccolto poi in autunno. Questo fa dell’Akebi uno dei simboli della stagione autunnale in Giappone eppure, nonostante ciò, è difficilissimo trovarlo in vendita nei supermercati.

Non conoscevo l’esistenza di questo misterioso frutto fino a quando, una sera, mio marito si presentò a casa con un paio di Akebi in mano e un grande punto interrogativo stampato in faccia. Gli erano stati regalati da un ex collega che era andato a fare un trekking in montagna e che aveva casualmente trovato una zona piena di grandi piante di Akebia che avevano già fruttificato. Spiegò a mio marito che erano dei frutti che rappresentavano l’infanzia di molti giapponesi nati e cresciuti nelle campagne, ricercati e raccolti come dei tesori dai bambini.
Un tipo d’infanzia sconosciuta a mio marito, cresciuto in una città vicino a Tokyo circondato per lo più da grandi palazzi e strade di cemento.
Non abbiamo perso tempo, e l’abbiamo subito aperto ed assaggiato. Ho letto diverse opinioni negative a riguardo: più che altro persone deluse dal suo gusto e dall'esigua quantità di parti edibili. Opinioni che non comprendo visto che io invece me ne sono follemente innamorata!
Una volta aperto, si può mangiare l’interno con un cucchiaino esattamente come si farebbe con un "frutto della passione". La grande differenza sta nel fatto che la polpa gelatinosa dell’akebi è in quantità inferiore rispetto al numero dei suoi semi, ciò la rende effettivamente un po' scomoda da consumare. I semi, infatti, sono molto amari e piccanti, per niente piacevoli al palato, in netto contrasto con la dolcezza e il profumo irresistibile della polpa che li riveste. La buccia è amarognola, e si può consumare fritta o cotta come una verdura, ma viene principalmente aggiunta alle zuppe.
Se avete l’occasione di provare questo frutto, ve lo consiglio caldamente! Ho pure tenuto i semi per provare a far nascere qualche piantina.
Conoscevate questo frutto? L'avete mai assaggiato?